Brigantaggio meridionale. Cronaca inedita dell'Unità d'Italia (Il)

Riferimento: 9788864732640

Editore: Editori Riuniti Univ. Press
Autore: De Jaco Aldo
Collana: Saggi. Storia e letteratura
In commercio dal: 03 Luglio 2017
Pagine: 459 p., Libro in brossura
EAN: 9788864732640
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Descrizione

«Negli anni '60 del secolo scorso nel Mezzogiorno italiano c'era una guerra feroce, senza leggi internazionali da rispettare, senza prigionieri, senza trincee e retrovie. Dei due eserciti quello vero, con le divise in ordine e gli ufficiali usciti dalla scuola militare di Torino, se ne stava di presidio nei paesi, isolato come fosse nel cuore dell'Africa, fra gente che aveva lingua e costumi incomprensibili e, quasi sempre, un figlio o un fratello fra le montagne a tener testa agli invasori. Ogni tanto il presidio veniva a sapere di qualche reazione agraria di qualche ribellione borbonica e accorreva di zona in zona, sulle poche strade conosciute, a reprimere le rivolte. Dai boschi e dalle montagne scendeva allora ad affrontarlo l'esercito silenzioso dei briganti. Nei paesi intanto si rinnovavano qua e là gli incendi dei municipi e degli uffici del catasto, i saccheggi delle case dei galantuomini, si instauravano effimere amministrazioni che rendevano obbedienza all'esiliato Borbone. Tutto finiva con la restaurazione dei simboli dei Savoia e con la fucilazione in piazza dei briganti presi prigionieri, uomini dai volti chiusi dalle grandi barbe, dai vestiti fatti di pelli. [...] Questa guerra durò per circa cinque anni; difficile dire il giorno in cui essa cessò del tutto giacché, naturalmente, non fu firmato alcun armistizio. Si può dire che fini quando nelle selve incendiate e semidistrutte a colpi di cannone non rimasero che poche decine di banditi mentre nelle carceri o a domicilio coatto migliaia di contadini d'Abruzzo, di Puglia, di Terra di Lavoro, di Basilicata, di Calabria, incominciavano a scontare le loro condanne. [...] Lo Stato appena sorto impegnò nella repressione dei reazionari metà del suo esercito, circa 120.000 uomini. Il destino del contadino meridionale si delineava ormai nell'alternativa indicata da Francesco Saverio Nitti: o brigante o emigrante». (Dall'introduzione di Aldo De Jaco)
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