Roma anamorfica. Prospettiva e illusionismo in epoca barocca

Riferimento: 9788825524550

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Collana: Storia dei metodi e delle forme di rappresentazione
In commercio dal: 2019
Pagine: 264 p., Libro in brossura
EAN: 9788825524550
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Descrizione

Il volume propone una raccolta di saggi incentrati sul tema di ricerca dell'anamorfosi, la tecnica prospettica di deformazione delle immagini nota sin dal XV secolo, ma perfezionatasi nel suo rigore geometrico tra i secoli XVI e XVII. L'interesse nei confronti di questo aspetto della storia della rappresentazione oggi emerge rinvigorito, se connesso al crescente successo che le deformazioni stanno riscuotendo in ambito mediatico e progettuale. E proprio all'analisi geometrico-evolutiva di alcuni casi ritenuti paradigmatici e sviluppatisi in ambito romano è dedicata l'opera: gli studi raccolti abbracciano le applicazioni anamorfiche a diverse scale, iniziando dagli oggetti di più contenute dimensioni, che stabiliscono un rapporto tra osservatore e opera basato sulla vicinanza reciproca - fisica e psicologica - e sull'intimità percettiva (è il caso delle anamorfosi catottriche conservate presso la collezione di Palazzo Barberini) (Friso), per rivolgersi poi ai più celebri esempi di applicazione anamorfica alla pittura parietale, conservati presso il complesso conventuale di Trinità dei Monti (De Rosa, Liva); e dedicandosi infine all'analisi di una delle opere architettoniche realizzate in "prospettiva solida" e oggetto di recenti e inediti rilievi, ovvero la galleria borromonina di Palazzo Spada (Paris, Candito), e le ornie accelerate delle finestre di Palazzo Barberini (Piccinin). Il volume rubrica però sotto la voce "anamorfosi" anche alcuni esempi di quadraturismo barocco che proprio sul tema della decezione, ottica e piscologica, concentrarono la loro sperimentazione linguistica: i decori pittorici nel corridoio antistante le camere di Sant'Ignazio di Loyola, presso la Casa Professa del Gesù (Romor); gli sfondati prospettici che decorano le coperture e le volte delle chiese di Sant'Ignazio di Loyola (Baglioni-Salvatore), del Gesù (D'Acunto-Zoerle) e del convento di Trinità dei Monti (Calandriello-Bergamo, Ciammaichella, D'Acunto-Liva). E ancora, generate da una vera e propria applicazione proiettiva virtuosistica che "costringeva" le orbite e le traiettorie dei corpi celesti a collassare nello spazio di un corridoio o di una stanza, sono le meridiane catottriche le quali, convenzionalmente, sarebbero da almanaccare tra gli esempi di astrolabica applicata all'architettura. Tuttavia, nell'accezione qui proposta, oltre a esercitare il potere illusorio, tipico dell'anamorfosi, nel farci accedere a conoscenze nascoste, esse mostrano come la logica proiettiva delle immagini iniziasse a formarsi con chiarezza sempre più crescente nel Seicento, proprio sotto l'egida della nozione di deformazione, e di come tale orizzonte esegetico fosse stato precocemente intuito da Girard Desargues (1591-1661) nella sua manière universelle in cui prospettiva, gnomonica e strereotomia erano tutte accomunate sotto l'unico vessillo della proiezione: così, nel volume sono raccolti i recenti studi condotti sulle meridiane di Palazzo Spada e Trinità dei Monti (Bortot, Monteleone).
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