Preti in battaglia. Vol. 2: Tra apostolato e amor di patria. I cappellani miliar

Riferimento: 9788875415587

Editore: Gaspari
Autore: Gaspari Paolo
Collana: La storia raccontata e illustrata
In commercio dal: 28 Marzo 2019
Pagine: 96 p., Libro in brossura
EAN: 9788875415587
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Descrizione

"Spesso si pensa che lo stato di vita sacerdotale sottragga dalla storia. Si ritiene che servire Dio nella Sua Chiesa significhi, in qualche modo, deresponsabilizzarsi rispetto alle problematiche del mondo attuale. Si pensa ai sacerdoti come uomini da sacrestia, ai religiosi come esseri chiusi in un convento, ai contemplativi come persone avulse dalla società, isolate dal mondo, concentrate su uno spiritualismo lontano dall'umanità...", scrive monsignor Santo Marcianò nella Prefazione, nella Grande Guerra accadde infatti che questi giovani cappellani militari diventarono uno degli elementi fondamentali sia per la coesione del reparto, e quindi per la sua sopravvivenza, che per la vittoria finale. La coesione di un reparto, base di qualsiasi successo nonché di sopravvivenza in situazioni estreme, dipendeva da un complesso di fattori, il più importante dei quali era senz'altro l'aggregazione di gruppo, a più livelli, che dal piccolo gruppo informale sale a una identificazione nel battaglione o nel reggimento e, come sottolinea Giorgio Rochat, "con un certo grado di provocazione, si può dire che un esercito per funzionare ha bisogno di amore, non come sesso, ma come capacità di rapporti umani intensi e affettivi tra eguali, ma anche tra superiori e inferiori". Questa considerazione di Rochat sui sentimenti di amore, di amicizia. di condivisione profonda generata da rapporti umani intensi tra eguali e tra superiori e inferiori in situazioni così fuori dalla norma ed estreme come furono quelle della Grande Guerra, va messa in correlazione con il fatto che quella guerra rappresentò il momento epico in cui si formò per la prima volta l'amalgama tra classi borghesi e classi popolari. Ecco allora che il racconto di ciò che fece Annibale Carletti di Cremona, Pietro Robotti di Alessandria, Eugenio Robbiano di Tortona, Ettore Civati di Como, padre Arcangelo Monaco di Vico del Gargano, Giovanni Folci di Varese, Ernesto Pisacane di Caserta, Giovanni Mazzoni di Arezzo, Vittorio Maini di Pavia e decine d'altri diventano altrettante manifestazioni di amore per il prossimo. La narrazione delle loro imprese e delle persone che ne beneficiarono sono punti di cristallizzazione della memoria collettiva in cui la società italiana può riconoscere sè stessa e la propria storia. E la conoscenza di sè stessi è la struttura mentale che ci permette di superare le nuove sfide che la storia non lesinerà.
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