Anne de Bretagne: Anna di Bretagna. La regina che partorì il duca erede di Napoli

Riferimento: 9788872974476

Editore: ABE
Autore: Cuttrera Sabato
Collana: Le regine di Sicilia
In commercio dal: 17 Novembre 2022
Pagine: 144 p., Libro in brossura
EAN: 9788872974476
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Descrizione

Anna di Bretagna, anzi Anne de Bretagne, nacque nell'era delle conquiste, quando il Regno di Napoli di Re Ferrante e Giovanna d'Aragona vedeva la sua corte colpita dalla peste. Sono gli anni delle tresche, in cui i figli del papa, maschi e femmine, vengono utilizzati da Alessandro VI per assicurarsi un pezzo di Napoli, al fianco di un principe o di una principessa. Del resto i brutti presagi della magia popolare non erano stati così infondati con l'ascesa di Alfonso II che fu oscurata solo dalla forza, dalla tenacia, e dalla perseveranza di una donna come Anna che considerava un nemico politico per quello che era: il nulla. Anna nacque di sangue della casa reale di Francia e di Navarra che l'aiutarono a divenire erede al trono, sposando sulla carta l'Imperatore Massimiliano I e poi, in carne e ossa, Carlo VIII di Francia che la incoronò Regina. E francese fu la prima provincia d'Italia che sventolò le sue bandiere, vale a dire l'Abruzzo, nonostante Papa Borgia avesse consolidato amicizia con il Re-consuocero. Fu Anna a convincere Carlo VIII a partire, ormai che il Principe di Salerno, signore più potente del reame, avesse sposato la causa francese di impadronirsi del Regno. E il bottino fu proprio la metà del suolo napoletano, con la spartizione a tavolino concordata con la Spagna, pur di sopprimere gli Aragonesi di Napoli. Fu allora che tutta la Puglia sventolò la bandiera di Anna e Carlo VIII finché non divenne imperatore. E di Anna furono i libri più belli di Napoli trafugati a Palazzo, mentre il nemico fuggiva a Ischia e in Sicilia. Ciò permise a Carlo di entrare a Caserta e Napoli, comprando dal papa la corona del Sud in cambio di Benevento. Fu allora che Anna divenne Regina di Sicilia, quando per tutta la Francia fece sventolare bandiere e alimentare falò per le piazze. La cosa in verità durò ben poco. Anna però perse il Regno di Sicilia, ma non il titolo, come dimostra la corrispondenza con Napoli, dove fu il suo Carlo a fondare per la prima volta il Comune amministrativo. La notizia della sfilata delle insegne reali con le sigle di C (Carlo) e A (Anna) fece il giro d'Europa, con la corte francese ormai in pianta stabile a Castelcapuana, creando s.Agostino per la prima volta a sede del Consiglio comunale cittadino. La Festa in Francia, i colori, la musica: Anna era stordita da tanta paventata ricchezza. Poi la morte del marito, il lutto. Anna è vedova, ma dal suo grembo è già nato chi porta in eredità il titolo di Re di Sicilia; nato già padrone di Puglia e Calabria: Canosa e Venosa. Carlo sfilò senza la Regina, ma con la corona in testa, como ad Re de quisto Regno. Chissà quanto avrebbe voluto farlo con accanto la bella Anna di Bretagna, alla quale, in fondo, non aveva dato nulla che un titolo, senza neppure la soddisfazione di un matrimonio sfarzoso, di un figlio che potesse vivere da principe. Il suo nome era comunque ovunque, benché puntato, su tutti gli scudi: «C.», per Carlo, e «A.», per Anna, si ritrovavano impressi ovunque, dalla veste reale alle armi. Amore, soldi e conquiste: erano questi i pensieri che affollavano la mente del nuovo sovrano di Sicilia, mentre si avviava a prendere possesso del reame degli avi. Era preceduto dalla processione, mentre egli andava sopra uno cavallo liardo chiaro con le areze moze socto el palio de brocchato la barrecta che portava in testa era de velluto negro, con certe frise de oro dentro la piega de la barrecta quali frisi erano la corona, la veste de panno de oro, lo septro et lo pummo. Innanzi a lui luceva la spada regia; dietro, spiccavano due corseri copertati.
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