La «Bellezza ch'io vidi» (Paradiso XXX, 19). La Divina Commedia e i mosaici di Ravenna

Riferimento: 9788852605710

Editore: Itaca (Castel Bolognese)
Collana: Cataloghi
In commercio dal: 24 Settembre 2018
Pagine: 96 p., Libro
EAN: 9788852605710
16,00 €
Quantità
Disp. in 2/3 gg lavorativi

Descrizione

Durante la sua permanenza a Ravenna il Sommo Poeta visitò certamente le splendide basiliche bizantine traendo ispirazione dai loro mosaici. Fu Giovanni Pascoli a suggerire la rilevanza dell'arte di Ravenna come fonte ispiratrice dell'ultima cantica della Commedia. Dante è un attento osservatore di ogni forma d'arte, disegnatore lui stesso e necessariamente sensibile rispetto a quel ricco repertorio di immagini fortemente evocative, che per lui ebbero la medesima influenza di una fonte scritta. A Ravenna il poeta esule non trovò soltanto un rifugio tranquillo. Nelle basiliche del V e VI secolo, che si elevavano ancora nobili e preziose, splendevano mosaici dal forte contenuto simbolico. Erano immagini concise e luminose, smaterializzate e prive di tutti quegli elementi sensuali che potevano in qualche maniera ostacolare l'espressione della trascendenza e della spiritualità. Questa mostra aiuta a comprendere come quell'universo di simboli e trionfi, occultato dall'umile mattone dei monumenti di Ravenna, occupi un ruolo non episodico ma sostanziale nella Commedia come fonte ispiratrice di immagini sublimi dal Paradiso terrestre sino all'Empireo.
Questo prodotto può essere acquistato in contanti al ritiro