Gli apocalittici al tempo della pandemia

Riferimento: 9788872972618

Editore: ABE
Autore: Martignetti Emi
Collana: Bacio e pudore
In commercio dal: 15 Febbraio 2022
Pagine: 90 p., Libro in brossura
EAN: 9788872972618
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Descrizione

Forse la fine del mondo era già avvenuta e non ce ne eravamo accorti. La pandemia da Covid-19 ha agito sul genere umano come una rivelazione, uno squarcio nel velo di Maya, che ha mostrato il vero stadio evolutivo (o, forse, involutivo?) della nostra storia. D'altronde da sempre l'illusione è stata appannaggio di chi non vuol vedere e la pigrizia umana nell'interrogarsi sulla propria condizione una prerogativa dell'epoca contemporanea. Da cosa nasce questa resa generale, questo lasciarsi vivere o, meglio, lasciarsi morire, senza reagire all'urto degli eventi? È così che, chiusa nei miei lockdown imposti e non, ho iniziato ad interrogarmi su quanto le solitudini da isolamento anti-contagio potessero consistere in una metafora reale di un viaggio già intrapreso dall'umanità o, addirittura, in una beffa del destino stesso, ribellatosi a troppo spreco. Mi è parso sempre più illuminante il concetto di nonluogo proposto da Marc Augé, il quale aveva individuato, già in tempi meno sospetti di quello presente, il proseguire dell'uomo verso itinerari di vita solitari, accettando, senza opporsi troppo, di convivere con una riduzione drastica di occasioni di reale scambio umano; di abitare città, autostrade, periferie, realtà virtuali sempre meno inclini allo sviluppo del sociale organico, in cui le possibilità autentiche di formazione della personalità dei singoli individui non trovano casa. Secondo i sondaggi trascorriamo 46 anni della nostra vita davanti ad una macchina, uno schermo piatto che risponde solo ad un sistema binario, senza lasciare altre scelte! Siamo passati dal face to face allo screen to screen, come ha notato l'antropologo Marco Aime. Abbiamo abbandonato l'idea di comunità, come ha suggerito il filosofo Lévy, barattato il vecchio contratto sociale con un nuovo contratto vitale, rinunciando a una buona parte della nostra libertà in cambio di una garanzia antivirus, tradendo finanche le nostre tradizioni, i nostri appuntamenti con la società, dimenticando la nostra storia, che ha retto fino ad oggi la struttura delle nostre identità, al cospetto di ogni catastrofe, guerra, pandemia o sciagura. Mentre il concetto di biopolitica di Foucault torna di moda e viene reinterpretato, spesso anche in modo deviato, per giustificare rivolte che sfociano nella violenza, cento filosofi firmano un contratto per difendere il vaccino e rispondere alle affermazioni di un Agamben che sconvolge i lettori. Siamo davvero sotto il giogo di una dittatura sanitaria? Il nostro male nasce da un agente infettivo parassita o ha origini più profonde? Oltre ad un esercito di medici e ricercatori, servirebbe un esercito di filosofi, sociologi, antropologi per aiutare l'umanità a ritracciare un proprio percorso, che non sia già imposto dai binari di un capitalismo subdolo e invasivo, che concede all'uomo solo l'illusione di prendere delle decisioni, che spaccia la sopravvivenza per vita. In questa apocalisse, i filosofi che Eco definiva apocalittici, si arroccano nelle torri d'avorio del loro sapere, non si mettono in discussione, non aggiornano le loro conoscenze per affrontare una sfida facilmente fallibile. Mentre il filosofo centenario Morin prova ad indicare una nuova via per consentire all'umanità di superare le infinite sfide di un presente, che non smette di esistere perché diventa subito passato, ma perché non c'è.
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