Visioni (im)possibili. Comunicazione, utopia, progetto nelle collezioni Csac. Ediz. illustrata

Riferimento: 9788892824850

Editore: Electa
Collana: Csac
In commercio dal: 23 Gennaio 2024
Pagine: 384 p., Libro in brossura
EAN: 9788892824850
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Descrizione

Il volume accompagna due importanti rassegne allestite a Parma da Csac, Centro Studi e Archivio della Comunicazione. La prima, Visioni (im)possibili. Comunicazione, utopia, progetto (Abbazia di Valserena, 20 gennaio 2023 - 14 aprile 2024) indaga l'eredità di Bauhaus nell'Italia del secondo Novecento; la seconda, Visioni (im)possibili. Spazio, luce, movimento nelle collezioni CSAC (Palazzo Pigorini, 20 gennaio - 24 marzo 2024) è interamente dedicata alle opere di arte cinetica e programmata. Oltre agli album fotografici con le opere in mostra, il libro raccoglie una serie di approfonditi saggi che analizzano il lavoro espositivo nel suo complesso. Il progetto espositivo è nato da un percorso di rilettura dei fondi conservati presso lo CSAC, con l'obiettivo di mettere in luce il collegamento che intercorre tra questo programma, il suo riferimento storico - il Bauhaus - e gli obiettivi futuri. Il risultato è una profonda riflessione su quale sia stata l'eredità di quella scuola, di quel sentire e concepire la comunicazione visiva al servizio della società, per partecipare alla costruzione di un mondo migliore. Innumerevoli gli artisti in mostra e documentati nel volume: da Lucio Fontana a Enrico Castellani, da Gio Pomodoro a Mario Schifano, e ancora Giosetta Fioroni, Luigi Veronesi, Franco Grignani, Mario Giacomelli, Carlo Cisventi, Pier Luigi Nervi, Roberto Sambonet, Gio Ponti. A questi si aggiungono Getulio Alviani, Alberto Biasi, Davide Boriani, Ennio Chiggio, Gianni Colombo, Gabriele Devecchi, Juraj Dobrovic, Horacio Garcia Rossi, Enzo Mari, Manfredo Massironi, Bruno Munari, Grazia Varisco, che in particolare hanno donato all'archivio universitario importanti opere di arte programmata, cinetica e visuale da cui è nato il focus espositivo sulle ricerche di matrice cinetica e percettiva che, all'epoca, intendevano promuovere un rinnovamento globale della comunicazione e quindi del rapporto tra arte e pubblico.
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